Cortona e dintorni
Casa colonica Cortona, agriturismo Cortona
Nella seconda metà dell’800 la proprietà sulla quale insiste il nostro piccolo Agriturismo a Cortona era del Marchese Guglielmi, proprietario anche del castello di Isola Maggiore sul lago Trasimeno, poco distante. Il podere era di circa 7 ha con 3 case coloniche e la villa padronale circondata da un ampio parco. Agli inizi del novecento due case coloniche rimasero vuote e solo la mia famiglia per quasi un secolo ha coltivato quel podere “a mezzadria”, abitando la casa colonica Cortona più grande, che maestosa con i suoi merli ghibellini sul tetto, domina ancora oggi, la Val di Chiana. La piccola casa collonica Cortona cominciò a dare segni di cedimento finché crollò il tetto al quale seguì anche la morte improvvisa di nostro padre, l’unico capace nella conduzione di quel fondo.
Casa colonica Cortona: un agriturismo affascinante col profumo della tradizione toscana
Dopo un periodo difficile in cui avevamo pensato che vendere tutto sarebbe stata la scelta migliore, noi figlie, insieme a mia madre anziana ma ancora molto attiva, ci siamo rimboccate le maniche ed abbiamo faticato molto per continuare a mantenere quel terreno posto in zona collinare, su piccoli terrazzamenti. Devo dire che spesso ci siamo scoraggiate ed è servita molta buona volontà; come detto vendere sarebbe stata la scelta più facile, ma troppi ricordi…………troppi gli anni vissuti in quella casa colonica... Mi piace ricordare che in quel podere hanno vissuto faticosamente quattro generazioni della mia famiglia: era il 1892 quando vi giunse il mio bisnonno “Santi” che non ho conosciuto, ma ricordo bene i miei nonni operosi ogni giorno “da buio a buio”, con i cinque figli. Ricordo bene che il lavoro era esclusivamente manuale solo con l’ausilio dei buoi almeno fino alla fine degli anni ’60; si coltivava il grano si tagliava il fieno, si facevano i pagliai nell’aia. In estate, dopo la mietitura del grano a mano con la falce, era festa quando arrivava la trebbia per la “battitura” . Noi bambine si partecipava, per quanto possibile aiutando le donne nella preparazione del pranzo e portando da bere a coloro che battevano il grano. I miei ricordi sono nitidi ed ho delle immagini bellissime. La cucina che nella nostra casa era la stanza più grande di tutte le altre, consentiva di poter apparecchiare tranquillamente per trenta persone; c’era un grande focolare che nelle lunghe serate invernali quando faceva buio presto, consentiva un momento conviviale importante.
Non rimaneva quindi che rimboccarci le maniche e provare a dare un senso al tutto. E’ così che dopo la morte di nostro padre ha cominciato ad insinuarsi il desiderio di far rivivere la casa colonica Cortona, nell’incoscienza di chi non sa effettivamente nulla né dei tempi né dei costi e forse è meglio così perché altrimenti la maggior parte delle cose rimarrebbe nello stato in cui si trova. Siamo riusciti a ridare nuova vita a quella piccola casa conservando tutta la struttura in pietra locale cercando di renderla confortevole al massimo . Oggi insieme a mia sorella e mia madre siamo orgogliose di avercela quasi fatta anche se ci vorrà ancora del tempo per completare il tutto come vorremmo.
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